per fortuna che è venerdì

Cena con gli amici: bella. Costo della medesima: sproporzionato senza dubbio.
Chiacchiere del dopocena: come sempre belle e stimolanti.
Conclusione delle chiacchiere: proviamo a ricordarci i sogni.

E allora ecco.
Ieri mattina mi sono svegliata ricordando un bambino che mi spronava a raccogliere i panni stesi ad asciugare al sole, dividendo se possibile i miei dai suoi.
La sensazione che mi è rimasta addosso è della luce sul cemento del cortile, con l'aria un po' pungente di fine ottobre. Sembrava quasi reale, quel sogno.

Stamattina invece sono riemersa dalle nebbie di un sogno che non ricordo benissimo.
Ricordo però che ero in un locale, di quelli con i tavoli di formica e le sedie anni '70, un po' trendy e un po' vintage.Ero entrata da sola.
Aspettavo qualcuno, che è arrivato.
Aspettavo ... Morgan??. Sissignori, proprio lui.
Che è arrivato con 'quello' sguardo. Quello di chi ti guarda e ti vede e non ti molla e ti fa sentire tutto insieme desiderata e bella e radiosa senza aver fatto niente.
 Lo sguardo che si espone senza protezioni nè difese, come se ci fosse un modo di arrivare direttamente a toccarsi anche così, anche a distanza.
Ah, beh, sì, mi ha baciata ovviamente.

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