Una innocente osservazione ieri sera mi ha catapultata nel gorgo della più surreale discussione della storia. Si parlava di beni, servizi e prodotti.
Mi sono ritrovata a discuterne con un sindacalista - e per carità, mi sono accorta da sola che avrei dovuto uscirne immediatamente, dalla discussione, ma non ne avevo le energie - e non ho avuto modo di esprimere (mai) il mio punto di vista. Che, nonostante le premesse, non era tale da motivare una discussione così accanita, perchè non mi opponevo di certo al suo - punto di vista, dico.

Ve la faccio breve: il signore in questione mi ha attaccata al muro perchè a suo parere i fornitori vanno valutati esclusivamente in base al prodotto che forniscono, dunque in base a quanto questo prodotto risponde alle mie richieste in quanto committente.
Fin qui, e in termini così onnicomprensivi, sono d'accordo e non ho difficoltà a riconoscere che questa è una buona base di lavoro.

Avrei voluto ribattere che si tratta di regola troppo generale: per esempio, nel caso di forniture di servizi e di immagine (penso alle pr per conto di aziende, ad esempio), anche lo stile e il valore della persona sono un elemento di valutazione complessiva del servizio e del prodotto fornito dall'azienda.
Perchè, e questa è l'idea mia personale che mi ha trascinato nel gorgo,
se io (azienda committente) do' incarico a un fornitore di beni e servizi perchè mi faccia da 'volto dell'azienda verso terzi' è la mia immagine in gioco.
La struttura che mi fornisce il prodotto è importante, e al suo interno è importante la persona che per conto di quella struttura andrà verso terzi con il mio nome, per creare relazioni.

la seconda questione sul piatto è la seguente.

Se l'azienda è una piccola struttura (diciamo con un solo proprietario) e
questo proprietario non riesce a trasmettere correttamente le mie richieste ai suoi dipendenti,
questo non significa che l'azienda nella sua totalità non mi vada bene - o che non sia in grado per competenze e valore di svolgere il compito per cui l'ho scelta.
Posso ritenere che sia la persona che si interfaccia con me che non va bene, e pensare quindi che con un interlocutore diverso il problema si risolva?
Oppure devo buttare alle ortiche una struttura per una difficoltà con una persona?
E allora non è importante anche il valore della singola persona, come valore aggiunto?

Nel caso della piccola azienda, disgraziatamente, se è il proprietario la persona che mi crea difficoltà probabilmente sceglierò una sua concorrente, che risponde meglio alle mie necessità. Nel caso di una grande azienda, forse riuscirò ad aggirare il problema e a risolverlo, se la struttura mi convince, perchè avrò un interlocutore alternativo interno a cui sottoporre la mia difficoltà - e presumibilmente riuscirò a risolverla.

Bene, non sono riuscita a condividere queste considerazioni.
Non dico convincere - sono disponibile al dialogo - ma semplicemente condividerle.

Perchè NON DEVO PARLARE DI PERSONEEEEE MA ESCLUSIVAMENTE DI PRODOTTO - BENE O SERVIZIO CHE DIR SI VOGLIA. (il maiuscolo è citazione della discussione).

Vorrei il vostro parere...

Commenti

Batchiara ha detto…
Avresti dovuto dirgli: "Veda, per dimostrarle che quello che lei dice non e' vero, sappia che lei potrebbe anche aver da dire qualcosa di interessante, ma è talmente antipatico che andrò a parlare con qualcun altro".
Capobelsky ha detto…
Se leggo la cosa con un occhio puramente business, sono d'accordo col sindacalista. Se l'intermediario non ti definisce, punta sul prodotto finale: che te lo dia il Papa o Corona, va bene lo stesso.

C'e' pero una componente di qualsiasi transazione che sta nel process invece che nell'outcome. A seconda della transazione (e a seconda degli individui) si da' piu' o meno importanza al process. Io la ritengo una cosa importante e credo che ogni essere umano (pochi businessmen appartengono a questa categoria) voglia costruire umanamente in ogni relazione. Altrimenti si finisce tutti a prostitute.
Ciao.
emanuele

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