Le donne e l'amore



Chi l'avrebbe detto che tornare a teatro avrebbe riacceso tanto?
Sono tornata a vedere (avrei dovuto 'partecipare', ma l'ho scoperto solo dopo) una messa in scena di teatro amatoriale di buon livello.
Testo contemporaneo rimaneggiato, tema 'l'amore' nella lettura sarcastica che se ne può fare.
Tra le attrici, una mia amica.


Mi porto a casa di questi due giorni un impressionante effetto di dejà vu: la cantina dove si recita (Carla Pescarmona docet), lo spettacolo semiprofessionale, il lavoro puntuale, la cucitura del testo, il ballo mentre si recita (Michele Di Mauro docet). La voglia, in fondo, di tornare a quei tempi.

Sono dunque di parte, nell'analisi.

Posso dire che lo spettacolo mi ha infastidita e mi è piaciuto, pur con i limiti oggettivi che lo penalizzano un po', e che abbiamo dibattuto a tavola, con la compagnia, dopo. Limiti che sono convinta abbiano limato, nelle recite successive. Tra le attrici, una era effettivamente molto più talentuosa di tutti gli altri: ho scoperto poi che è una semiprofessionista, che affianca la passione per il teatro alla sua professione.
Piccola meraviglia nella messa in scena, un pezzo di Romeo e Giulietta recitato con perfetto aplomb da una Giulietta decisamente agée, in eccellente inglese shakespeariano. Ho scoperto solo dopo che Shirley, che dava movenze e voce a Giulietta, è britannica purosangue 😁😁!!

Una scena nota, per averla sentita raccontare un po' di volte dalle persone che mi stanno vicino, è il testo 'A telephone call' di Dorothy Parker che penso andrò a cercare per leggerlo in versione originale.
Chiama? Non chiama?
La tortura del 'non essere la prima' e le illusioni di lettura che gli innamorati (donne e uomini) a volte fanno delle situazioni è davvero straniante quando viene messa in scena in modo così crudo.

Insomma, una "signora serata", che ho riconosciuto perchè familiare, parte del mio bagaglio torinese.
Mi rimane il dubbio: lo stare così bene sarà stato nostalgia dei 20 anni?

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