consapevolezze, novembre edition

Non riesco a capire se questo è un tempo sospeso o un tempo che sta portando molto frutto. Mi sento come la giornata della fotografia, mutevole e in movimento. Mio figlio cresce, e sono otto anni e più che chi ha contribuito a generarlo non lo vede, non lo conosce, non ha idea del futuro uomo che si nasconde in questo bambino meraviglioso. 
Io invecchio, e faccio sogni sconclusionati e tormentosi come i miei pensieri. 
Ingrasso, ma questo fa parte del pacchetto - età, purtroppo. Cerco di tanto in tanto di mettere un argine a questo ingrassare. A volte riesco, a volte meno. Dovrei trattarla come una battaglia, la dieta, combattere la questione in modo sistematico, con determinazione, senza mollare di un centimetro o di un boccone, per riuscire ad essere di nuovo luminosa, come nelle foto del 2001.

Un amico mi ha ricordato che a giugno e luglio del 2001 ho cantato in pubblico, con una band. Era il tempo prima del selfie selvaggio, perciò di quelle serate avevo solo ricordi personali, dal mio punto di vista e di osservazione. A guardarmi in quelle immagini si capisce molto della persona che ero... Luminosa, piena di possibilità, viva. E in grado di fare ciò che mi faceva bene. 

Cantavo con un'amica, che ha continuato a recitare e a cantare. Anche nella postura sul palco eravamo diverse: lei molto più aperta di me, più al centro della scena, più dritta. Io, che sono sempre stata timida, ero comunque un pochino più raccolta, più protetta, pure nella mia versione rivolta al pubblico. 

Ho ricominciato a cantare, l'ho detto?


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