Le vite degli altri

Questa mattina sul solito bus, a un orario diverso dal solito, ho incontrato Aisha (nome di fantasia), una signora che per lungo tempo ha fatto la mia stessa strada, tutti i giorni, alla mia stessa ora.
Aisha è andata a vivere altrove (e dunque è questo il motivo per cui non la incontravo più. Non, come immaginavo io, perché ci eravamo 'sfasate' con gli orari).

Aisha viene dal Bangladesh, è sposata con un connazionale e ha un numero imprecisato di figli.
Sono almeno 4: "mio figlio grande, che va all'università" "mia figlia che va alle superiori", "mia figlia piccola" "mio figlio" - e di quest'ultimo l'età la so, è la stessa di mio figlio. Adesso, forse, è di nuovo incinta: ma non ho osato chiedere, per timore di una figura barbina.

Aisha è andata a vivere altrove, a Londra, dallo scorso anno, per seguire "mio figlio grande che va all'università". Si è portata dietro tutti gli altri figli, ma non il marito, che è rimasto qui a tenere aperto il suo - di lei - negozio.
Intanto Aisha a Londra ha trovato un appartamento in affitto, ha un lavoro di segreteria per 26 ore la settimana, va a scuola, segue i suoi bambini che adesso sono in vacanza, ed è per questo che sono tutti qui. Lei tornerà la prossima settimana a Londra, per prendere il cedolino della busta paga da mostrare al padrone di casa - è la sua garanzia per l'affitto, l'avere un lavoro regolare.
Ha perso un po' di dimestichezza con l'italiano, ogni tanto inserisce un termine in inglese ma poi mi dice che no, non riesce a parlare in inglese qui, "mi viene su l'italiano".

Mi racconta tutto questo con gli occhi brillanti e luminosi. Dice che a Londra stanno bene, meglio che qui, che i bambini a scuola sono ben seguiti, che ci sono più regole e bisogna stare in riga e che insomma, a lei piace. Adesso spera di cedere il negozio, così da far andare anche il marito a Londra "ma lui non lavoro, io basto lavoro, lui fa commissioni e prende bambini a scola e cose così". Insomma, indipendenza al femminile, senza tante storie.

La cosa che la rende più felice è il poter andare al college, lei, per arrivare ad avere un diploma.

Alla fine mi ha consigliato "vieni via anche tu con il tuo bambino, vieni a Londra, va bene anche per te sai?"

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