Hanno sempre detto di me che sono una gran viaggiatrice. Una solitaria. Una che è sempre in giro ("come la tua mamma, sempre pronta a partire").
Non so se è del tutto vero.
Certo i geni del viaggiatore ci sono: mio padre faceva km e km senza battere ciglio (Germania, Belgio, Francia, Olanda, Giappone, Stati Uniti, Cuba... tutti per lavoro e tutti in scioltezza, con l'aereo preso solo quando era strettamente necessario).
Un giorno di luglio - abitavamo già nella 'bassa' - ci dissero, i miei genitori: "cosa ne dite di andare qualche giorno in Svizzera?" . Il giorno dopo siamo partiti, e siamo stati via per una settimana, tra Gstaad e Ginevra e... insomma, è stato bello.

Mi ricordo un sacco di vacanze così, decise all'ultimo - o forse comunicate all'ultimo. E sì, non ho mai avuto problemi a partire.
Ma quando leggo di parenti giovani che dopo una vita vagabonda decidono di fermarsi per un po' a Londra (e questi parenti giovani sono sudafricani, e hanno vissuto ovunque); o quando penso ai viaggi continui di amici attualmente lacustri - ma per lungo tempo africani, e poi statunitensi... ecco, quando penso a tutti loro mi riconosco molto meno viaggiatrice di quel che vorrei, io.

E adesso invece ho una gran voglia di contagiare qualcuno con il mio gene viaggiatore. Ma ho paura di invadere troppo gli spazi altrui, e mi trattengo. E' difficile, a volte, vivere.

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