IRA, o semplice passione vitale?
Spesso sono categorica nei confronti degli altri. Spesso mi arrabbio per quello che vedo intorno a me, e per quello che viene detto, o viene fatto.
Ci sono stati periodi in cui tutto mi scivolava addosso. Non erano periodi buoni, ero come isolata dal resto del mondo.
Adesso che nel mondo sono tornata e mi sono buttata "con tutte le scarpe", come avrebbe detto il nonno, le arrabbiature sono ricomparse prepotentemente nella mia vita.
Mi arrabbio per chi segue filosofie "filosofeggianti", che mi paiono solo un palliativo per gli stolti, o un modo per dire "noi siamo migliori di chi ci ha preceduto".
Mi arrabbio per le perdite di tempo, nel tempo libero. Penso che ogni secondo è prezioso, e poi mi avviluppo nella pigrizia, e mi autoflagello perchè non mi sono data da fare.
Mi arrabbio per quegli adulti che danno 'vestiti mentali' ai bambini, descrivendoli come troppo vivaci, incapaci di silenzio, incapaci di tranquillità, e trasformando le loro stesse parole in profezie che si autoavverano.
Mi arrabbio per chi lavora con approssimazione, o - ma questo è peggio - per chi non ha talento.
Ed è inutile arrabbiarsi, in questo caso: perchè se non vedi che la combinazione di colori e immagini, così come la proponi, è priva di qualunque spirito, brio, mordente che dir si voglia, non è la mia arrabbiatura che ti farà diventare un novello keith haring, qualcuno con qualcosa da trasmettere. Se non sai estrapolare i concetti chiave di un messaggio, non è arrabbiandomi che tu imparerai.
Però io mi sarò sfogata...
(nota al margine
tutte queste arrabbiature hanno un risvolto negativo da cui non riesco a liberarmi: se loro non sono capaci, forse sono io che avrei dovuto capirlo prima (e non scegliere loro)? Ho sbagliato nel valutare? Non ho capito - non ho visto - non ho percepito? E la prossima volta, come posso fare per evitare di ricadere nel medesimo errore? Non ho ancora trovato risposta ad alcuna di queste domande)
Ci sono stati periodi in cui tutto mi scivolava addosso. Non erano periodi buoni, ero come isolata dal resto del mondo.
Adesso che nel mondo sono tornata e mi sono buttata "con tutte le scarpe", come avrebbe detto il nonno, le arrabbiature sono ricomparse prepotentemente nella mia vita.
Mi arrabbio per chi segue filosofie "filosofeggianti", che mi paiono solo un palliativo per gli stolti, o un modo per dire "noi siamo migliori di chi ci ha preceduto".
Mi arrabbio per le perdite di tempo, nel tempo libero. Penso che ogni secondo è prezioso, e poi mi avviluppo nella pigrizia, e mi autoflagello perchè non mi sono data da fare.
Mi arrabbio per quegli adulti che danno 'vestiti mentali' ai bambini, descrivendoli come troppo vivaci, incapaci di silenzio, incapaci di tranquillità, e trasformando le loro stesse parole in profezie che si autoavverano.
Mi arrabbio per chi lavora con approssimazione, o - ma questo è peggio - per chi non ha talento.
Ed è inutile arrabbiarsi, in questo caso: perchè se non vedi che la combinazione di colori e immagini, così come la proponi, è priva di qualunque spirito, brio, mordente che dir si voglia, non è la mia arrabbiatura che ti farà diventare un novello keith haring, qualcuno con qualcosa da trasmettere. Se non sai estrapolare i concetti chiave di un messaggio, non è arrabbiandomi che tu imparerai.
Però io mi sarò sfogata...
(nota al margine
tutte queste arrabbiature hanno un risvolto negativo da cui non riesco a liberarmi: se loro non sono capaci, forse sono io che avrei dovuto capirlo prima (e non scegliere loro)? Ho sbagliato nel valutare? Non ho capito - non ho visto - non ho percepito? E la prossima volta, come posso fare per evitare di ricadere nel medesimo errore? Non ho ancora trovato risposta ad alcuna di queste domande)
Commenti
Spero che questo suggerimento possa aiutarti. Con la mente rosa dall'ira non si riesce a controbattere in modo corretto e la rabbia porta spesso dalla parte del torto anche se hai ragione da vendere.
In bocca al lupo :D