distante

Mi sento distante da molti. Lontana da altri. Vicina in modi imprevisti a chi è amica dentro.
Raccolgo le sensazioni come se fossero bricioline e non ho le energie per metterle insieme in modo coerente.

Ci sono persone che mi hanno accolta come famiglia e che io accolgo come famiglia e non so bene nemmeno come sia successo: il marito della compagna di liceo, il regista, la scrittrice. Loro sono, inspiegabilmente, affini. Sono di quelli che vado a trovare volentieri, di quelli a cui parlo volentieri, di quelli con cui non faccio cerimonie.
Poi ci sono le amiche storiche, con cui ci si allontana e ci si avvicina e poi di nuovo, in un'onda che la vita porta avanti e indietro. Ma di quelle con cui ci si sente almeno ogni sei mesi, e ci si impegna per vedersi almeno una volta l'anno: perchè sono ormai quasi 30 anni che le nostre vite si mescolano, anche da lontano.
Poi ci sono le amicizie nuove, affini impreviste, ora coinvolte in avventure grandi come la vita stessa. Amicizie che arricchiscono e che mi spiace non riuscire a coltivare come vorrei (e mi riprometto di farlo, invece. di chiamare, di trovare modi per incontrarsi: a volte riesco, a volte meno).
 La famiglia di sangue ogni tanto arranca, e zoppica, cade su domande perplesse "mi hai chiamato... perchè?", che non contemplano la telefonata per il piacere della chiacchiera e del tenere insieme i fili. A volte non arranca affatto, invece, e i legami si rinsaldano nella condivisione del quotidiano spicciolo (fosse pure una volta ogni millemila mesi).
 Poi ci sono persone fuori quota, parte di me.

Non sono in grado di condividere. Centellino le gioie, mi riempio di sorrisi e di abbracci e di solletico. Respiro e vivo. Gioisco della paura che pian piano si scioglie, del fisico che risponde come dovrebbe, dello sguardo di mio padre che smette di essere braccato, di mia madre che alleggerisce per poche ore il peso che grava sulle sue spalle. Decido di non sovraccaricarmi di fatiche. Ma anche di creare prospettive: ed è questo che mi spaventa più di tutto.

Commenti

PaolaClara ha detto…
Uh, le prospettive... terribili. Ogni volta mi viene in mente John Lennon (la vita è ciò che ti accade mentre sei impegnato a fare altri progetti), così evito le prospettive e alimento sogni. Come quello di avere più tempo per le persone che contano...
Un bacio. <3

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