Piove

niente tamerici salmastre e arse, ma pioggia autunnale fredda pungente e continua, per nutrire la terra e per gocciolare sui vetri.
Mi godo gli abbracci, lo sguardo luminoso. Osservo il calendario: è denso e fitto e pieno e ricco. Cerco di portare avanti insieme testa, cuore e pancia. Vorrei... uff. Adesso vorrei incontri, e domeniche colorate, e tanti giochi, qualche risata, molti abbracci.

Ho pensato che quando anche l'ultima doga avrà lasciato il suo posto, ecco, allora sarà il tempo del ritorno. Ma ha un sapore amaro, quel ritorno, e spero sempre che non debba accadere davvero: o meglio, non a queste condizioni.
Ogni passo, ogni cambiamento dovrebbe avvicinarsi a una evoluzione. Non mi piace il sapore delle rinunce e del voltare le spalle ai sogni.

(lo so, non è il mio stile questo. Perdonatemi, oggi avevo bisogno di mettere alcune parole su carta. Anche se è la carta dello schermo bianco)

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