nel mezzo del cammino delle feste

E' quasi l'una di notte, tecnicamente è sabato ma nella mia testa non si è ancora concluso il venerdì. E io sono sveglia, indecisa se dare più retta al mal di stomaco esploso dopo la cena a base di focaccia al formaggio, oppure al mal di schiena che mi fa compagnia da stamattina, pervicace, imperterrito e totalizzante come solo i mali muscolari riescono ad essere.
Io sono sveglia: il piccolo per fortuna no, dorme beato nel lettone, in orizzontale, occupando una piazza e un quarto con i suoi quasi ottantuno cemtimetri di lunghezza. I capelli corti (e ancora non particolarmente folti) sono tutti scompigliati, nel sonno, e hanno preso la forma dei riccioletti che arriveranno, da qui a qualche mese.
Il rito serale della nanna si sta dilatando in questi giorni di festa, e diventa sempre più un lunghissimo tempo di canzone - filastrocca - coccole - arrampicamenti inverosimili sulla mamma stesa nel letto che ingenuamente si augura con l'esempio ("ecco, vedi? sono sotto le coperte, è ora di dormire. tutti i bimbi dormono a quest'ora") di indurre il sonno in questo piccolo recalcitrante, il quale invece si gode fino in fondo soprattutto la parte coccole - canzone - presenza di mamma non distratta da altro, ma tutta dedicata a lui.
Fino a che, verso le undici meno dieci, dopo oltre un'ora di tentennamenti, il sonno arriva tutto insieme, mentre il piccolo è arrampicato sui cuscini, a mezza via verso la libreria, con i piedi che puntano sul mio sterno...
 Questo tempo di vacanza sta diventando un tempo di ricarica mentale, di sintonie ritrovate e di pace familiare necessaria.
Riposo, mi rigenero, ricomincio. Faccio piccoli esperimenti casalinghi (che non sono nelle mie corde, ma sperimentare mi diverte), mi godo i miei genitori, finalmente mi occupo - è la prima volta credo - di una parte del pranzo di Natale (e per la cronaca mi riesce anche bene). Scovo e provo ricette di biscotti che temevo molto complesse e invece si rivelano facilissime. Realizzo che sì, il mio forno non funziona tanto bene (per realizzarlo mi gioco la prima informata di biscotti, ma mi pare sia uno dei rischi del mestiere).
Mi godo le notti di fantasia, in queste ore un po' sospese tra un giorno e un altro, le assaporo e me le tengo strette. Di giorno invece parlo alla radio, rilascio micro interviste, rispondo a telefonate inattese con il giusto tono colloquiale e beneaugurante.
Mi accorgo che manca misericordia, che manca comprensione dell'altro, e che è quello che mi crea difficoltà, è quello che spero di riuscire a coltivare in me per gli altri e per me.

La prossima settimana ci aspetta una grande avventura.

Commenti

Renata_ontanoverde ha detto…
Brava mamma!
E' sempre così con chi lavora, assaporare i momenti di casalinghitudine (che brutta parola, ma rende l'idea) per recuperare il magone che sentiamo per la lontananza che il lavoro ci impone da casa!

Nel nuovo anno serve recuperare sempre quella parte di noi che perdiamo per strada quando siamo stressati e ripiegati su noi stessi nello sforzo.

Ad majora quindi e tantissimi auguri!!
Ciao Renata
Alessandra Elle ha detto…
Non vedo l'ora di conoscere il discoletto!! <3
Sono felice di leggerti stanca, ma serena, piena di progetti e di cose da fare.
Ti auguro un nuovo, meraviglioso anno!

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