di feste e altre amenità

"per fortuna" scrivi "questa è una settimana corta, domani è sant'Ambrogio e si sta a casa".

E io cado dalle nuvole. Non mi ero accorta che fosse già sant'Ambrogio.
Come non ho registrato che siamo già a dicembre.
Come mi sono scordata che l'11 è già qui (e i lavori si accavallano e non riesco a chiuderne nemmeno uno... ).
Come non ho (ancora) prenotato l'albergo per l'11 notte, nè il treno per la partenza e il ritorno, nè l'agriturismo per i miei genitori che andranno nelle Langhe a fine settimana prossima.
E non ho messo ordine, non ho completato i testi, non ho... non ho...

In questo dicembre non casalingo, così diverso dallo scorso anno, mi sembra di correre sempre, di essere sempre in affanno, di arrancare dietro a quel che accade, senza mai riuscire a mettermi in pari. Ho paura di non godermi l'attesa del Natale. Ho la sensazione di perdere pezzi per strada. Ho emozioni e pensieri che scaldano qui, in mezzo al petto, ma non so come tirarli fuori e non voglio soffocarli e bruciano sulla punta delle dita provano ad uscire attraverso la tastiera, ma a conti fatti non rendono. E filtro e taccio, per non esporre e non espormi. Divago, tengo la testa vuota.

Continuo ad avere sottopelle la convinzione che si stiano evolvendo molte cose, nella mia vita. Eppure all'apparenza no, non sta cambiando nulla. O forse sì: già due amici mi hanno raccontato della svolta delle loro vite, improvvisamente di nuovo pensate al singolare e non più al plurale.
Registro l'invecchiamento dei miei genitori come si registra un male necessario, cercando di far finta di niente e sperando che (se non lo osservo da vicino) se ne vada in fretta.
Memorizzo che no, la mia vita non è mai stata costruita sui luoghi comuni, e che dovrei proprio avere il coraggio di seguirla fino in fondo  invece che avere questi sussulti di borghesità che tentano di incasellarmi mio malgrado. Ogni tanto agisco spinta dal puro istinto, che supera le barriere e vince sulla testa e alla fine mi fa stare meglio.

Cerco di ricordare che ho promesso a me stessa di far crescere un uomo libero (questo è il significato del nome Carlo, e il motivo per cui, alla fine, ha prevalso nella scelta su tutti gli altri nomi).

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