tempo di rivoluzione

Davvero un tempo di rivoluzione, questo. E, come ogni rivoluzione che si rispetti, porta con sé molte nascite (ben cinque colleghi - amici di età diverse e provenienze diverse mi hanno annunciato che diventeranno genitori a breve) e purtroppo anche diverse morti. Dopo l'amica di famiglia di vecchia data più giovane dei miei genitori - che ha perso la vita per un tumore all'intestino un mesetto fa - e la cugina di mamma, ultranovantenne, che ha chiuso il suo tempo naturalmente, ieri mi hanno dato a distanza di pochi minuti due notizie di perdita: la mamma di un amico di mio fratello, per un infarto, e il collega di mio padre, colui che gli offrì il lavoro nel luogo dove viviamo da 18 anni ormai.

Non sono preparata all'idea della morte, e mi accorgo che me ne difendo innescando un meccanismo di superficialità che non mi appartiene ma che mi permette di passare oltre senza incartarmi in un pensiero che non so - ancora - affrontare.
E questa mattina sentire che un pullman con 28 dodicenni in gita scolastica ha avuto un incidente e che 22 ragazzini hanno perso la vita e che ci sono gli psicologi pronti ad accogliere i genitori... ecco, sentire questo mi ha fatto capire che davvero ancora non sono pronta.
Sono pronta ad accogliere le nascite, a concepire che è il turno di chi mi è affine per età, che gli adulti siamo noi: ma mi è difficile conciliarmi con l'idea della morte 'fuori tempo', che sia di una cinquantenne o di un dodicenne. Le uniche morti che riesco ad accogliere sono quelle di chi ha più di ottant'anni... Del resto, è una mentalità non solo familiare (tutto gli esponenti della mia famiglia o quasi hanno concluso il loro ciclo vitale per età, e non per accidente) ma proprio sociale: solo pochi giorni fa in tv mostravano una brillante Valeria Valeri a teatro con il nuovo spettacolo: lei, 90 anni compiuti, e il suo compagno di palcoscenico Paolo Ferrari, 83. 

Ps: ho comprato un nuovo libro da leggere, Scintille di Gad Lerner. Fa parte di quella narrativa autobiografica tagliata un po' sulla forma del racconto orale che tanto mi attrae.

Commenti

PaolaClara ha detto…
Credo che non esista una morte "in" età. Semplicemente destino che si compie. Chi lo sa quanto tempo ci è concesso, perché mai dovremmo decidere noi che esiste una età giusta e una sbagliata? Anche se poi una morte qualsiasi colpisce, non si può non considerare quanto sia espressione della Vita esattamente come il nascere. Magari meno affascinante, ma altrettanto naturale.
Capobelsky ha detto…
Bel post che condivido assai. Non c'e'pensiero piu'atroce della morte di bambini. Figuriamoci quando sono i tuoi...ciaociao da Maputo.
E.

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