Sono tornata. o meglio, gia’ tornata.
Sono anche un po' pigra, e quel che dovrebbe essere un post solo per il blog viene bellamente mutuato dal tumblr, dove ho giá scritto le stesse cose. Magari potrei ampliarle, qui, aggiungendo piccoli stralci, spicchi di informazioni, come il signore che ci ha offerto il suo piatto di formaggi di capra perché ha visto il mio sguardo -soprattutto il mio. O come la mia consapevolezza di avere una compagna di viaggio, questa volta, bellissima (esteticamente, intendo) e viaggiatrice davvero, con cui fare i chilometri tutti i giorni. tutti_i_giorni.
Ma non saprei, per ora, cosa dire di piú.

Parigi e’ bellissima, e per me resta sempre un po’ casa.

Ho portato a spasso con me le persone che sono rimaste in Italia, e ho visto le cose attraverso i loro occhi (non solo attraverso i miei). Anche se ho cercato di non dirlo troppo.

La pompa di benzina sul marciapiede, il meccanico, la “casa delle mosche” (solo dopo ho capito che si trattava di un negozio per pescatori), il fiume, la gente, i luoghi e le persone, il metro e i bus, le baguettes e la vinaigrette (uno dei motivi di sorriso della giornata). Notre Dame e il d’Orsay, le Mariage freres, il Sacre Coeur, le Lafayettes… place des Vosges con i parigini in corsa. Bambini, adulti con le maniche corte - i parigini - e bambini e adulti con il cappotto - i turisti. La compagna delle elementari.
Il tempo era grigio, ma forse non avrei tollerato il pieno sole. E freddo, per fortuna: tenere il nostro (o meglio, il suo) ritmo di marcia, al caldo, sarebbe stato faticoso per me.
No, tre giorni non bastano.

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