il filo rosso

In questo weekend sono andata al mare (dalle cinque del pomeriggio, prendendo in pieno la tempesta di sabbia che ha flagellato il litorale ravennate e simili), e ho letto d'un fiato un libro.
Si intitola Il filo rosso, l'ha scritto Paola Barbato, una milanese trapiantata a Verona.
E' un thriller. E questo mi ha fregata.
Riesco a leggere anche cose trucide, a volte. Non sempre, ma ogni tanto ce la faccio. Bene, con  questo libro ho capito: riesco a leggerli, gli altri, perchè raccontano di posti che non conosco, di luoghi che diventano immediatamente, per me, i non luoghi della fantasia.
Ma se invece chi racconta fa riferimento al fioraio della stazione di Bologna, o a quel particolare paesino che conosco da anni, o fa canticchiare all'Assassino un verso di Enrico Ruggeri... ecco, allora il mio filtro della fantasia si inceppa, il thriller prende il contorno della realtà e l'angoscia mi arriva sottopelle.
Insomma, io sabato notte ho dormito a spizzichi e bocconi.

Il che probabilmente significa che Paola Barbato è brava...

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