40 anni e non sentirli - o sentirli troppo

Torno da un'altra cena delle elementari con un pizzico di amaro in bocca. Solo un pizzico.
Eravamo pochi, come al solito - un po' per volontà e un po' no.
Una notizia bella, subito, per cominciare la serata: qualcuno diventerà papà a giugno (e lo ha detto con gli occhi brillanti, ammettendo che anche l'altra volta lo sapeva, ma non era sicuro di poterlo già dire).Qualcuno, amiche pettegole...
Una piccola perplessità, per compensare: l'altro compagno che fa il brillante, il giovane, il sicuro di sè e spiega come il trucco sia quello di non sentirli, i quarant'anni, e lui del resto ha l'impressione di essere uscito ieri dal liceo, e in fondo non siamo tanto vecchi, no? e poi sì, lui è padre ma si è sempre comportato da fratello maggiore con suo figlio, e del resto hai visto, non ha perso nemmeno un capello e i suoi sono ancora tutti biondi, come quando era piccolo: in fondo gli dicono tutti che suo figlio è la sua fotocopia (sì, glielo abbiamo detto anche noi, ed è vero).
Ah, sì, convive - ma per fortuna lei ha smesso di rompere con questa cosa del matrimonio, l'unico momento critico è stato dopo la nascita del bambino...
Poi, finalmente, si è scollegato l'uomo di mondo ed è emerso il bambino che era (e che a me interessava).

E' stato un lampo, peraltro.
Chiedeva i cognomi di tutti per memorizzare foto - numero di telefono - email sul suo nuovo telefonino ipertecnologico. A me niente, nessuna richiesta: sguardo perplesso di tutti, lui diventa immediatamente rosso e dice "No, ecco, il suo è l'unico cognome che ricordo bene.... non so perchè"

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