la casa di fellini

Ieri sono andata proprio a r*imini.
Un'ora e mezza abbondante per parlare, farmi studiare i piedi, avere un massaggio gratuito e decidere che ho un male intollerabile al braccio sinistro. E' il caso di rimediare: da novembre inizio un ciclo di sedute del metodo grinberg. Sarà doloroso, molto, e spero altrettanto 'liberante'.

Nel viaggio di ritorno, un uomo macedone di 49 anni - 49 anni, la stessa età di mia cugina che ha una figlia di 11 anni, la stessa età del mio vecchio capo che ha capitolato e convive da un anno e mezzo - un uomo macedone, dicevo, mi ha raccontato di sè e della sua famiglia rimasta in macedonia. Del figlio più grande che lo ha reso nonno da un po', del suo stipendio come 'ferraiolo' che supera di parecchio il mio, della nostalgia di casa che ogni tanto lo assale (ma è regolare in Italia, e spera l'anno prossimo di potersi ricongiungere alla famiglia). Della consapevolezza che noi italiani siamo egoriferiti (quello che lo stupisce di più è che nessuno di noi sia disposto ad ammettere di conoscere una lingua che non sia l'italiano. Mi ha elencato gli idiomi che conosce: è vero, non parlerà bene, ma sono convinta si faccia capire in tutte quelle lingue - sette, per la cronaca).
Era una persona dallo sguardo limpido.
Forse è quel che manca a noi, lo sguardo limpido...

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