grazie al cielo è venerdì

Domattina un trenino scintillante mi porterà attraverso tutto il Nord Italia, su su fino a Ivrea - prima - e a Torino - dopo.
Due giorni per ritemprarmi e scollegare il cervello dal lavoro.
Due giorni per incontrare persone belle, riparlare di Bose, parlare di tutto quel che ho fatto dai 10 anni in poi, ascoltare tutto quello che altri hanno fatto dai 10 anni in poi.
Due giorni conditi di viaggi che spero aiuteranno a respirare, perchè saranno vicino alle montagne. Nel frattempo dovrebbe diluirsi questa sensazione di ovatta alla testa: non sento un accidente da due giorni.

E' da quando lavoro - ovvero circa 15 anni - che settembre è sempre stato così: un delirio di cose da fare di corsa di corsa di corsa, in apnea fino a novembre, nonostante la buona volontà del prima delle ferie.

Prima era teatro (e allora a teatro settembre è la presentazione della stagione, il ciclo delle conferenze stampa, le serate evento... )
poi è stato televisione (e allora a settembre ripartivano i programmi la pressione si faceva più alta e il controllo più serrato)
poi ancora agenzia (e allora, già allora, il mio cliente principale aveva una rivista da pubblicare per ottobre, una fiera da organizzare per ottobre, una cena di gala da organizzare per ottobre, una brochure un volantino una conferenza stampa una dichiarazione ai giornalisti le foto il sopralluogo ecc ecc)
e adesso è il cliente, diventato datore di lavoro. Ma ora tutte le cose che erano responsabilità di agenzia sono diventate responsabilità personale. E a quei lavori se ne sono aggiunti altri.


E intanto le dita rimangono ancora costantemente intrecciate perchè
...chissà, magari forse non lui ma lei, non ieri ma domani, comunque prima di Natale assolutamente... insomma... speriamo...

Gli oroscopi sono confortanti, comunque:
da internazionale.it
per il sagittario

“Quello che la verità può distruggere va distrutto”, ha detto la scrittrice di fantascienza P. C. Hodgell. Vorrei che ci fosse un modo meno diretto per esprimere questo concentrato di saggezza, ma non mi viene in mente.
Ti suggerisco perciò un modo di metterlo in pratica che renderà il risultato finale meno traumatico: non tirare fuori la verità tutta in una volta con un gesto teatrale, ma procedi per gradi e con tenerezza.
Mentre lo fai, tieni conto che quando la verità avrà smantellato quello che non resiste alla prova dei fatti potrai usare le macerie per costruire qualcosa di nuovo, dove la verità si sentirà a casa sua.

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