la me di 30 anni fa e la me di oggi si riconoscerebbero?


Più vecchi / meno vecchi, più attivi / meno attivi, più stanchi / meno stanchi... tutto gira intorno a questi pensieri in questi giorni. Ho incontrato persone che ho visto molto invecchiate e stanche, e poi mi hanno fatto una foto e ho visto me molto invecchiata e stanca. 

Bastano poche parole e un paio di sguardi e la stanchezza piano piano scivola via, torna l'entusiasmo, riparte la scintilla. Solo che andarla a cercare è sempre meno facile, sempre meno veloce. 

Mi riconoscerei, incontrandomi?
Forse. Magari no. Forse non subito. Lo sguardo, anche se appannato e opaco, è ancora lì. Forse dovrei guardarmi dritta negli occhi, e allora mi ritroverei.
Trent'anni fa ero nel periodo di massimo splendore, di maggiore crescita. Teatro, università, doposcuola per i ragazzi difficili. Anocra non era arrivato il momento delle prove, quelle rivoluzionarie. Ero nel pieno delle mie energie.

Uscivo dal guscio adolescente per entrare nel mondo dei giovani adulti, anche attraverso il gioco delle parti.Ho una foto dove mi trovo bellissima: guardandola ricordo bene la sensazione del momento dello scatto. Stavo flirtando, sperimentavo. 

Quel gioco, quel copione riconoscibile e riconosciuto che porta non si sa bene dove (perchè ogni storia è diversa, e ogni persona è diversa), è ciò che ho lasciato perdere di più in questi anni di pandemia e di fatiche. 

Occorre più trucco, coprire le occhiaie perché non distraggano, incorniciare gli occhi.
Ho voglia di ripartire.

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