Giugno, fase due, tutte cose...


L'albero attaccapanni per le mascherine è un'idea di mia madre. Tanto qui è chiaro che toccherà portarle ancora per un po', e visto che ne abbiamo due a testa e in casa siamo in quattro, serviva un posto dove appenderle.
L'idea ci è sembrata carina.

In questi ultimi giorni di smartworking sto correndo come una matta per recuperare quello che colpevolmente abbiamo lasciato andare lentamente nelle settimane scorse. Oggi mio fratello verrà a imbiancare un muro, poi sposteremo un armadio, ne rimonteremo un altro, imbiancheremo un altro pezzo di muro e via così, un pezzetto ogni sera, a fine lavoro, per avere alla fine una camera vivibile e per qualche mese libera dalla polvere e dalle muffe. Poi, manco a dirlo, si ricomincerà daccapo...

Il clima di ultimi giorni di scuola si respira anche rimanendo a casa.

Le riunioni - che sono la mia 'finestra sul mondo' - si stanno rivelando noiose in webcall tanto quanto lo sono di solito in presenza (ma almeno l'on line ti permette di continuare a lavorare mentre ascolti, senza nemmeno doverti giustificare).
Effetto deleterio del periodo: non riesco più a tirare le fila dei discorsi (era un mio vanto) e ho abbassato drasticamente la mia soglia di attenzione. Sono fortunata, partivo da molto in alto, ma mi irrita profondamente non riuscire più a 'stare concentrata' e metterci così tanto tempo per ripartire se qualcosa mi distrae.

Credo di aver bisogno di vacanza (perchè no, il lavoro agile non è mai stato vacanza, e la mancanza di confronto coi colleghi aiuta poco).
Se passa di qui un folletto che esaudisce i desideri, ecco quel che vorrei: qualche giorno in montagna, con un gruppo di famiglie, se fosse possibile, con qualche bambino coetaneo del mio. Oppure un bel giro tra rifugi? o insomma, montagna. Passeggiate. Rigenerazione. Fresco. Buona compagnia. Chiedo troppo?

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