Inizio di ottobre, chiusura di un ciclo

Due giorni che valgono mille. In attesa di mettere ordine, almeno prendo nota. Sabato 30 è stata la festa di compleanno di Andrea, l'amico da sempre. 50 anni. Una  bella, bellissima festa con oltre 100 persone. Una festa che è durata dal pomeriggio alla notte, con gente da tutta Italia, e balli e musica e bambini e vecchi amici.
Domenica 1 ottobre è stato l'arrivo di Francesca, casuale ospite molto gradita che è stata inserita suo malgrado in un turbine di eventi. È stata la messa di commiato di don Ivo, il saluto dopo 31 anni in parrocchia, la commozione, i canti... il fastidio per le stesse vecchie dinamiche che sarebbero da scardinare a calcioni (e don Ivo lo sa bene) ma che vengono quasi esibite al suono della frase più odiata "noi siam fatti così!".
È stato l'arrivare in parrocchia come quella prima volta ad ottobre 1993 ed essere ricevuta come allora dalla stessa persona (sorridente, stavolta a differenza di allora).
È stata, domenica, la corsa in ospedale "la mamma è in ambulanza, ha un attacco cardiaco". È stato il prendere e organizzare tutti - Carlo prima con gli amici e poi col nonno, il nonno (mio padre) a casa in ansia, gli zii al lavoro e poi in ospedale a darmi il cambio, Francesca ignara fino al ritorno a casa. È stato vedere la mamma spaventata e piangente per la prima volta, per la prima volta totalmente consapevole di non essere invulnerabile.
Lunedì 2 ottobre è stato il giro dei medici e dell'ospedale, i medicinali per papà come sempre, le bollette da pagare, il pranzo, il lavoro, andare a riprendere mamma e portarla a casa... andare a prendere Carlo da scuola, crollare. Dormire e dormire ancora.
Oggi è ricominciare, avendo appena scoperto che il nonno Eusebio (il nonno materno) è morto esattamente così. A 72 anni.

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