chi sta a dieta e chi no

Mia cugina Ilaria (22 anni) aveva bisogno di mettersi a dieta.
Dalla sua parte ha la giovane età, contro di lei gioca la genetica che le porta in dono la conformazione fisica della nonna paterna, purtroppo non armonica. Entrambe le nonne erano abbondantemente fuori peso, nella seconda parte della loro vita: ma mentre la sorella di mia madre (nonchè nonna materna di Ilaria) aveva una struttura fisica invidiabile che ne ha sottolineato l'obesità solo quando era oltre 45 chili sopra il suo peso forma, l'altra nonna sembrava enorme anche solo con 10 chili di troppo.

Quindi, dicevo, Ilaria aveva bisogno di mettersi a dieta.
Da questa estate, complice la determinazione e la voglia di essere apprezzata, ha cominciato a seguire un regime alimentare rigido, serio, sotto controllo medico. Ha diminuito l'attività fisica all'inizio, riprendendola in un secondo tempo. Ha seguito alla lettera le indicazioni del medico. E ora può essere molt fiera di sè: ha ottenuto un risultato eccellente.
Pesa 58 chili, è alta un metro e sessanta ed è proprio bella, ora.
E lei si vede bella (che è la cosa che conta di più). Ha ricominciato pallavolo, è serena (almeno sembra).

E io ci penso. io, che ogni volta che decido di cominiciare una dieta ho diecimila intoppi reali o immaginari che mi fanno desistere quasi subito. Io che mangio volentieri e che dovrei perdere molto. Io che ho avuto un periodo eccellente, intorno ai 22 anni (e pesavo come Ilairia, e sapevo di esssere in perfetta forma).
Io che ora rischio per la mia salute devo decidermi a smettere di volermi male, e cominciare a lasciare un po' di zavorre per strada: non ho bisogno di proteggermi da niente (o meglio, non è col peso in più che mi proteggo).

chissà se a furia di ripeterlo mi entrerà in testa...

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