Malinconie di fine giornata
Forse la città è cambiata, o più probabilmente sono cresciuta io, di nuovo.
Non è più la collina verde e silenziosa il luogo che fa casa: al contrario, in quelle zone la mancanza della nonna e degli zii si fa sentire come un graffio sanguinante che parte da dentro, improvviso, imprevisto e lancinante. E non è più nemmeno corso Re Umberto, e la casa vecchia, dove non ci sono più legami. Ora gravito sul centro storico, nella zona del Quadrilatero Romano, attirata come l'ago di una bussola dal Nord: posti per passeggiare e per vivere, posti con la gente, posti che fanno tanto Parigi ora mi riportano a casa.
Forse sono anche le persone, quelle che contano. Anzi, senza forse. Qualcuno nuovo con lo sguardo sognante e una realtà che tira e strattona per terra, qualcuno antico con le solite gaffes e il cuore un po' vuoto.
"E' bello questo giubbotto, ti sta bene, te l'ho già detto?"
"no, non potevi averlo detto prima perchè l'ho comprato solo una settimana fa. Però grazie".

E la cena con i vecchi amici ha competato l'opera - insieme al vino.
E la voglia di condividere, prepotente, mi ha fatto scegliere.
Domani li rivedo, questi vecchi amici. Di nuovo a Torino.
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